“VIVERE” LA SCUOLA, IN CLASSE E A CASA, PER “ESSERE STUDENTI CHE COSTRUISCONO IL FUTURO”

“Care ragazze, cari ragazzi, mi rivolgo a voi in una circostanza che, fino a poco tempo fa, nessuno avrebbe immaginato. L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo ha sconvolto, in poche settimane, le nostre vite.

Oltre all’angoscia per i lutti, alle sofferenze di tante persone colpite dal virus, ai sacrifici di chi lo combatte in prima linea, dobbiamo confrontarci con regole che cambiano drasticamente tante abitudini e la nostra quotidianità.

Anche la vostra vita è, improvvisamente, cambiata. Le scuole di tutto il Paese sono state chiuse e lo rimarranno fino a quando il pericolo non sarà stato eliminato e non sarà possibile riaprirle in sicurezza.

Siamo di fronte a un evento eccezionale che tocca la vita di più di otto milioni di ragazze e ragazzi italiani. E di centinaia di milioni di studenti nel mondo. Qualcosa di incredibile, mai avvenuto prima, nella storia dell’istruzione. Un evento drammatico, che possiamo ben definire epocale.

Le scuole chiuse sono una ferita per tutti. Ma, anzitutto per voi, ragazzi, per i vostri insegnanti, per tutti coloro che, giorno per giorno, partecipano alla vita di queste comunità.

La scuola non è soltanto il luogo dell’apprendimento. È la vostra dimensione sociale fondamentale, nella quale, assieme al sapere e alla conoscenza, cresce e si sviluppa – anche nella relazione con gli altri, con i compagni, con i vostri insegnanti – la personalità di ognuno di voi, cioè quel che sarete nella vostra vita futura.

È stato così per ciascuno di noi. Me lo ricordo anch’io, dopo tanto tempo.

Per tutti, gli anni della scuola restano un’esperienza decisiva: per quello che si apprende, per le amicizie che si fanno – tante dureranno per tutta la vita – per le persone che si incontrano, per quelli che riconosceremo, sempre, come i nostri maestri.

Tutti voi rammenterete queste settimane di forzato isolamento, per ciò che la pandemia vi ha sottratto: le vostre classi, i compagni, i professori.

In fondo, costretti a casa, avvertite – molti, forse, con sorpresa – che la scuola vi manca. Probabilmente, non avreste mai immaginato che poter uscire per andare a scuola costituisse un esercizio di libertà. Della vostra libertà.

Ma è possibile anche che da questa esperienza, così dura e sofferta, si tragga un’occasione di crescita.

Per riflettere tutti su ciò cui abbiamo dovuto, momentaneamente, rinunziare e sul valore delle occasioni e dei gesti, apparentemente scontati, che in questo momento ci mancano, a cominciare dalle relazioni tra le persone. Ma soprattutto per riflettere su ciò che dovrà, necessariamente, cambiare. Perché tutti ripetiamo che, dopo questa pandemia, il mondo non sarà più come prima: ma nessuno, davvero, può ancora dirci come sarà.

Come sarà il mondo di domani dipenderà, in realtà, in larga misura da voi, studenti di oggi. Dalla vostra capacità di pensarlo, di progettarlo, di viverlo. Dal vostro impegno, da come metterete a frutto i saperi e le conoscenze che oggi acquisite.

Anche per questo – direi, particolarmente per questo – è importante continuare. Continuare a sentirsi e a essere studenti. Continuare a sentirsi parte, protagonista, della comunità educante”.

 

Così parlava il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso pronunciato il 27 aprile 2020, rivolto ad alunni, insegnanti, Dirigenti, personale non docente e collaboratori. Parole che, dirette ai ragazzi e a tutto il personale della scuola, erano un saluto quasi al termine dello scorso anno scolastico, ma anche un incoraggiamento, un invito a guardare al futuro, proprio a partire dai banchi di scuola; un augurio perché dalle aule scolastiche si possa imparare a costruire un futuro vero, per ogni singola persona e per un’intera comunità, anche e soprattutto in un periodo difficile e diverso dal solito.

Con la stessa speranza, la stessa fiducia, rileggiamo un messaggio tanto importante per continuare a dare valore a quanto viviamo ogni giorno nella scuola, anche se fisicamente a volte un po’ lontani dai nostri Istituti, a causa di un’emergenza sanitaria che ancora non è finita. Proprio in un momento ancora critico, alla vigilia di una nuova ripresa della didattica a Distanza, dobbiamo ripartire da queste righe: le modalità di apprendimento continuano a essere un po’ diverse quest’anno e abbiamo imparato a modificare anche le nostre abitudini, i nostri progetti, le nostre uscite didattiche (le tanto amate gite). Niente, però, ci può e ci deve impedire di vivere con entusiasmo, interesse, curiosità, voglia di fare ogni lezione, ogni giorno scolastico, anche se da casa, lontani dai nostri compagni e dai nostri insegnanti. Stiamo diventando grandi, imparando ad affrontare tutte le esperienze, positive e negative, che faremo nella vita e lo stiamo facendo in un modo inaspettato. Non è facile per noi questo periodo, ma cercheremo di “sfruttare” questi momenti del nostro percorso di crescita per diventare sempre più “grandi”, responsabili e capaci di organizzare il nostro lavoro, anche se con qualche rinuncia.

Anche il nostro giornalino scolastico ha subito le conseguenze di un anno strano: la redazione non ha potuto più incontrarsi, abbiamo scritto poco, forse pensando di aver poco da dire, chiusi in casa. Adesso, però, abbiamo detto che è tempo di ripartire, anche di fronte a un’altra sosta. Facciamo nostre le parole del nostro Presidente e riviviamo insieme tutto quel che faremo in questo 2021, raccontando tutte le nostre esperienze; condividerle, sarà come viverle insieme. Non sarà la stessa cosa, non sarà facile, ma se ci metteremo l’impegno di cui siamo capaci, anche solo scrivendo qualche “riga”, anche se sarà diverso dagli altri anni, sarà come essere a scuola. Ci sentiremo meno lontani e continueremo “a essere e sentirci studenti, a sentirci parte e protagonisti della comunità educante”, come ci ha detto Mattarella.

Quale modo migliore perché l’augurio del nostro Presidente diventi una realtà? Mostrarsi per quello che siamo e facciamo ogni giorno: dei piccoli cittadini che raccontano le loro esperienze e il loro vissuto. Mostreremo a tutti il significato e il valore della libertà di cui ci ha parlato il Capo della Stato e che abbiamo studiato e studieremo con lo studio della nostra Costituzione: potremo continuare a essere liberi di imparare, di fare scuola, di crescere, anche a casa dietro un monitor, raccontando e condividendo le nostre esperienze.

Quindi … a presto!!!

 

Gli alunni della scuola media

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